Hamilton: “La Ferrari è una specie di nuova ondata di vita ed energia”

Luca Manacorda, Giuliano Duchessa
20/02/2025

Nel corso degli anni, la Ferrari ha affidato le sue speranze di tornare a vincere un titolo di F1 a diversi piloti già in grado di laurearsi campioni del mondo. Fernando Alonso, due volte iridato con Renault e pilota della Rossa dal 2010 al 2014, Sebastian Vettel, quattro titoli con la Red Bull e a Maranello dal 2015 al 2020, e lo stesso Kimi Raikkonen, ultimo campione del mondo con la Ferrari nel 2007 e protagonista di una seconda parentesi con il Cavallino Rampante dal 2014 al 2018, non sono riusciti a interrompere l’astinenza della scuderia di Maranello. Il sette volte iridato Lewis Hamilton prolunga dunque questa sequenza di grandi nomi, con l’obiettivo di riuscire lì dove i suoi predecessori – e spesso rivali in pista – hanno fallito.

Hamilton: “Apprezzo ancora di più quanto ottenuto da Vettel e Alonso qui”

Nella conferenza stampa che ha seguito l’esordio in pista della SF-25 a Fiorano, Hamilton ha spiegato di doversi ancora ambientare alla nuova squadra, pur sottolineando come in Ferrari tutti si stiano prodigando per facilitare questo processo: “Sono qui solo da un mese o poco più, quindi mi sto ancora acclimatando a un’auto completamente nuova, a un modo di lavorare completamente nuovo. Ma tutti si fanno in quattro in questa squadra per farmi sentire il benvenuto e mi sento davvero a casa. So di essere esattamente dove dovrei essere. Penso di dover solo continuare a dedicare del tempo e fare un passo alla volta, non tutto deve accadere in un solo giorno“.

I grandi campioni ingaggiati dalla Ferrari negli ultimi due decenni hanno sempre impiegato pochissimo tempo a dimostrare le loro qualità anche al volante della Rossa: nel 2007 Raikkonen vinse all’esordio in Australia, imitato da Alonso in Bahrain nel 2010, mentre Vettel trionfò in Malesia al secondo gran premio da ferrarista: “Quei ragazzi hanno fatto un lavoro straordinario. Ho un enorme rispetto per questi piloti. So che la quantità di lavoro necessaria per l’acclimatamento è straordinaria, quindi quei risultati che hanno ottenuto sono ancora più eccezionali di quanto avessi apprezzato prima. Quello che so è che i test sono più limitati che mai, anche se per fortuna ho passato un bel po’ di tempo in macchina. Mi ci sono voluti sei mesi con la Mercedes per ottenere la mia prima vittoria. Sinceramente non lo so, ma sto facendo tutto il possibile per essere pronto per gara uno“.

Una carriera infinita e l’inseguimento all’ottavo titolo

Hamilton rispetto ai suoi predecessori è arrivato in Ferrari molto dopo, a 40 anni appena compiuti. Il britannico è ormai uno straordinario esempio di longevità sportiva e questa avventura con il Cavallino Rampante è servita per dare nuovo slancio alle sue motivazioni: “È una sfida. Se fosse facile (restare in F1 così a lungo), nessuno si fermerebbe mai e tutti continuerebbero ad andare avanti. Sicuramente non me lo aspettavo quando ero molto più giovane, non pensavo che alla mia diciannovesima stagione sarei stato così eccitato. Questo comporta voler essere al lavoro presto, voler mettere ancora più livelli di lavoro per realizzare il sogno. È davvero come una nuova vita, una specie di nuova ondata di vita ed energia. Credo di averla ricevuta da tutti qui, dai fan, dal modo in cui la gente ha reagito a me“.

Hamilton Vasseur Leclerc

A spingere Hamilton a proseguire la sua carriera è anche l’inseguimento all’ottavo titolo mondiale, un record che gli permetterebbe di staccare Michael Schumacher a cui è attualmente appaiato a quota sette. Il britannico è convinto che in Ferrari ci siano tutti gli ingredienti per inseguire questo obbiettivo: “Sono consapevole che ci sono un sacco di piloti che non riescono mai e poi mai a vincere un Campionato del Mondo. Io ho avuto la fortuna di lavorare in due squadre con grandi organizzazioni, ma lo vedi nella storia di questo sport che anche dove hai grandi squadre se le cose non si allineano alcune di queste non vincono i mondiali. Questa squadra ha già una storia pazzesca, penso che nel DNA abbia quella mentalità vincente. La concorrenza è agguerrita, altri team iconici come McLaren, Red Bull e ovviamente Mercedes hanno ottenuto grandi risultati e ora la lotta al vertice sarà serrata, ma ho un grande compagno di squadra e l’energia che sto ricevendo dal team è qualcosa di magico. Ci vorrà ancora molto duro lavoro e tutti lo stanno già mettendo in pratica. Si tratta di crederci. Tutti qui sognano di vincere con la Ferrari, ogni singola persona in questa squadra“.

Riuscire a vincere con la Ferrari avrebbe un sapore particolare, proprio in virtù della lunga astinenza che sta vivendo la scuderia di Maranello: “Per me è come il primo – ha aggiunto Hamilton – Vincere il campionato con la Ferrari sarebbe come il primo. Questo è ciò per cui sto lavorando. Non penso al numero otto, sto pensando al primo campionato che la squadra vincerebbe da un po’ di tempo a questa parte. Hanno già vinto molti campionati del mondo ovviamente nel corso della storia. Per me è come se si stesse cercando il primo: come posso contribuire a questo? Come posso aiutarli a raggiungere questo obiettivo?“.

Lewis e l’Italia: l’impegno nella conoscenza della lingua e la passione per la pizza

L’arrivo di un personaggio globale come Hamilton a Maranello incuriosisce anche per il modo in cui il britannico si adatterà allo stile di vita italiano. Il sette volte iridato ha già una buona conoscenza del nostro paese, eredità degli anni in cui gareggiava nei kart, e ha dimostrato di impegnarsi nell’imparare quanto più possibile la nostra lingua: “Ho iniziato a correre in Italia quando avevo 13 anni, lavoravo con squadre di karting italiane. Ricordo di aver lavorato con un meccanico e di aver voluto provare a imparare un po’ del gergo, era una lingua che mi piaceva cercare di imparare all’epoca. Il mio sogno è sempre stato quello di poter parlare un’altra lingua, ma quando sei sempre in un paese di lingua inglese e non sei costretto a doverlo necessariamente fare è un po’ più difficile. Voglio far sapere alle persone che sono disposto ad andare oltre, per essere in grado di integrarmi e contribuire al mio massimo potenziale. Quindi mi sto divertendo ed è sicuramente impegnativo, non è facile imparare questa lingua. Ma ci sto lentamente arrivando. Penso che la costanza sia la chiave ed è per questo che mi piace molto stare in fabbrica, perché così mi alleno sempre ogni giorno“.

Se imparare l’italiano per un inglese non è semplice, altrettanto difficile è resistere alle tentazioni del cibo: “La verità è che ho già mangiato un bel po’ di pizze, ma in qualche modo ho perso peso – ha svelato Hamilton – La scorsa settimana ho mangiato tre pizze. Amo il cibo italiano, l’ho sempre fatto. Ricordo quando correvo con Nico (Rosberg), uscivamo a prendere il gelato ogni dannata sera e mangiavamo anche un sacco di pizza. Le penne all’arrabbiata sono sempre state il mio piatto preferito, poi uno dei miei preferiti che non mangio più ora era questa incredibile lasagna fatta dalla suocera del mio primo meccanico Luca Del Fante: mi ha fatto la lasagna più pazza quando avevo 13 anni e non me la sono mai dimenticata. Sì, dovrò stare attento alla mia dieta…“.

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