FIA: le pazze idee del Presidente Ben Sulayem e l’ipotesi Sainz senior

Luca Manacorda
10/05/2025

Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, non smette di far parlare di sé per le sue idee e iniziative. Il 63enne è recentemente finito nel mirino dei piloti di F1 e non solo, come dimostra la protesta dei protagonisti del mondiale WRC che al Safari Rally Kenya hanno fatto scena muta davanti ai microfoni dopo i 10.000 euro di multa comminati ad Adrien Fourmaux per una parolaccia, per le severe sanzioni introdotte dal nuovo codice etico della FIA che mette nel mirino in particolare le espressioni colorite. Il suo rapporto personale con i protagonisti del Circus è ai minimi storici, testimoniato anche da numerosi video online che lo vedono di fatto ignorato o trattato con freddezza dai piloti, e non si registrano grandi progressi a riguardo, come ha confermato George Russell nel weekend di Miami: “Non abbiamo avuto alcun dialogo diretto con il presidente dopo la lettera aperta della GPDA” ha fatto sapere il britannico. Se con i piloti le cose non vanno alla grande, non si può dire che con i team Ben Sulayem stia facendo di meglio per farsi benvolere.

Motori e budget cap, le proposte senza speranza di Ben Sulayem

Nelle scorse settimane si era parlato molto dell’idea di reintrodurre motori V10, abbandonando quelli ibridi che hanno fatto il loro debutto nel 2014. Una proposta che sicuramente ha solleticato gli appassionati, entusiasti di fronte all’ipotesi di riavere propulsori che con il loro rombo hanno contribuito a creare il fascino della F1, ma che si scontra con le esigenze e le programmazioni delle grandi case automobilistiche. L’anno prossimo debutteranno infatti nuovi motori ibridi in cui la parte elettrica assume un’importanza quasi pari a quella termica, pensati per attrarre nuovi marchi, e l’idea di accantonare in tempi brevi questi investimenti per un ritorno al passato ha fatto storcere il naso a più di un costruttore, tanto che la proposta è stata respinta dopo il secco rifiuto di Audi, Mercedes e Honda.

Domenicali Ben Sulayem

Fallito questo tentativo, Ben Sulayem ha spostato la sua attenzione sul budget cap. Le regole finanziarie che stabiliscono un tetto alle spese che un team di F1 può sostenere in una stagione, attualmente fissato in 140 milioni di dollari, sono state introdotte nel 2021 con lo scopo di introdurre un maggior equilibrio tra i team, tra i quali si registravano enormi differenze di capitale a disposizione che andava a ripercuotersi sulle prestazioni in pista. La riduzione dei distacchi in pista e il maggior equilibrio tra i team dimostra che questa regola ha portato a risultati significativi.

Ben Sulayem vorrebbe però abolirla, come riportato dall’agenzia Associated Press: “Sto guardando al tetto massimo di spesa e sta solo dando alla FIA un mal di testa. Allora, che senso ha? Non ne vedo il senso, davvero“. Queste dichiarazioni seguono il sostegno del presidente della FIA all’idea del CEO della McLaren, Zak Brown, che ha proposto di detrarre la somma dei reclami presentati da un team dal budget cap, restituendola solo nel caso in cui i sospetti presentati trovassero conferme. Il manager americano ha lanciato questo suggerimento dopo che il suo team è finito nel mirino della Red Bull, che sospetta alcune pratiche illegali da parte del team di Woking che sarebbero alla base della superiorità della MCL39.

L’abolizione del budget cap richiederebbe comunque il via libera all’unanimità da parte dei team, uno scenario piuttosto improbabile. Sicuramente troverebbe l’opposizione da parte dei team che non hanno una grande casa automobilistica alle spalle, dunque Williams e Haas, ma anche Sauber/Audi, Alpine e la prossima new entry Cadillac avrebbero interessi a votare contro per non avvantaggiare i top team. Tra questi, la stessa McLaren sarebbe la più colpita da un eventuale addio al tetto di spesa. La scuderia inglese nel 2020 ha rischiato la bancarotta e, anche ora che è tornata al vertice della F1, non potrebbe mai contare sul denaro che avrebbero a disposizione Mercedes, Ferrari, Red Bull e anche l’Aston Martin dell’ambizioso Lawrence Stroll.

La possibile candidatura di Carlos Sainz senior

In questo scenario si inserisce la recente indiscrezione secondo la quale Carlos Sainz senior starebbe valutando la possibilità di candidarsi contro Ben Sulayem alle prossime elezioni per il ruolo di presidente della FIA, previste in Uzbekistan il prossimo 12 dicembre. Secondo quanto riportato, influenti personalità del motorsport internazionale avrebbero sollecitato il papà del pilota della Williams a lanciarsi in questa sfida, cavalcando un malcontento che è evidente anche all’interno della Federazione, come testimoniano i continui avvicendamenti in ruoli chiave e l’uscita di scena di figure di spicco, come avvenuto recentemente con il vicepresidente Robert Reid.

Reid ha denunciato un “crollo degli standard di governance” della FIA dopo che a febbraio lui e altri membri della FIA, tra cui il rappresentante del Regno Unito David Richards, sono stati esclusi da una riunione del consiglio mondiale per essersi rifiutati di firmare un accordo di non divulgazione. A seguito di questo episodio, Richards ha scritto una lettera aperta per criticare la governance opaca della Federazione e la concentrazione di potere nelle mani di Ben Sulayem. Si tratta solo dell’ennesimo caso esploso negli ultimi due anni, dopo che in passato Ben Sulayem ha affrontato accuse di vario tipo tra cui ingerenza nelle gare e commenti misogini, senza dimenticare lo scontro con Toto e Susie Wolff che aveva agitato l’inverno 2023 con l’apertura di un’indagine, poi ritirata dopo pochi giorni, sulla conformità della moglie del boss Mercedes nel suo ruolo di amministratore delegato di F1 Academy.

Insomma, un quadro turbolento nel quale la candidatura con forte sostegno del 63enne Sainz, due volte iridato WRC e plurivincitore della Dakar, potrebbe rappresentare una valida alternativa per il futuro della FIA. Riguardo questa prospettiva, lo spagnolo è stato possibilista: “È vero, ci sto pensando – ha confermato al sito DirtFish.comVedrò quale sarà il supporto della comunità e dello sport“.

A Motorsport.com, Sainz ha poi indicato quali sarebbero le linee guida del suo mandato: “Se lo faccio, non sarà per combattere qualcuno, ma per passione e amore per il motorsport, perché credo di poter contribuire e migliorare certe cose. Sono stato dall’altro lato e so quanto sia importante ascoltare tutti: piloti, team, tifosi, organizzatori, costruttori. Penso di poter rendere questo rapporto molto più fluido e forte. Vorrei vedere la FIA come un’entità realmente apprezzata e rispettata da tutti. Credo che sia il momento giusto per me, sia a livello personale che professionale, ed è per questo che lo sto prendendo in considerazione. Penso che la mia esperienza dimostri che quando mi impegno in qualcosa, conosco un solo modo di fare le cose: professionalmente, seriamente e schiettamente“.

Autore