Lo aveva preannunciato Fernando Alonso dopo il GP di Baku: “Ferrari sarà più in difficoltà nel caldo di Miami”. Tuttavia, nemmeno una temperatura della pista oltre 20°C più fresca rispetto al vero caldo del venerdì, ha permesso alla SF-23 di stare davanti ad Aston Martin e Mercedes. Sainz e Leclerc hanno chiuso rispettivamente in quinta e settima posizione, come quarta forza assoluta nel primo dei tre appuntamenti negli States di questo lungo (ma noioso) mondiale 2023. Identica posizione nel Costruttori per il team di Maranello, lontano 18 punti da Mercedes (96) e 24 da Aston Martin (102) mentre Red Bull domina in lungo e in largo con più del doppio dei punti (224) rispetto alla squadra di Silverstone.
Ferrari SF-23: la finestra di funzionamento è (sempre rimasta) piccola
L’Australia e Baku si erano rivelati due circuiti non impegnativi riguardo ai più importanti problemi che affliggono la vettura di Maranello. Si erano corse due gare lente, con i piloti più propensi a salvaguardare le gomme che a cercare le prestazioni. Principalmente fattori esterni, accoppiati certamente a passi in avanti nella comprensione della SF-23 (non che le altre squadre siano rimaste ferme) avevano allargato una finestra di funzionamento normalmente davvero piccola per la vettura italiana. “C’è molto lavoro da fare perché abbiamo una macchina con una finestra ristretta di funzionamento. Quando la centriamo il feeling è abbastanza buono, ma appena ne usciamo diventa tutto molto difficile“, ha confermato Charles Leclerc al termine della gara. In più, quando la SF-23 esce da certe condizioni, perde la piattaforma aerodinamica accusando saltellamento nocivo addirittura inaspettato.
Ne è uscito così un GP di Miami non troppo dissimile a quanto visto già a Jeddah, con un gap in termini di passo da Red Bull praticamente identico, ossia 7 decimi al giro. La migliore comprensione della SF-23 e un nuovo fondo che è valso (solo) un decimo al giro negli States, è stato annullato dal pacchetto di sviluppo da 3 decimi portato da Red Bull a Baku, e che a Miami ha dato appieno i suoi frutti dopo un importante lavoro di raccolta dati, anche con la classica vernice flow-viz, nelle libere del venerdì. E come in Arabia, non c’era molto di più nella macchina. Leclerc ha voluto provare una strada diversa di setup ma senza successo, con una SF-23 che si è dimostrata nuovamente una “Diva capricciosa”, come la definiscono a Maranello. Preferisco definirla invece, anche per una maggior comprensione dei lettori, una vettura semplicemente lenta e con limiti progettuali non così facilmente risolvibili, soprattutto nell’era del budget cap.
Ferrari SF-23: una nuova direzione di sviluppo da Barcellona
“Questione di concetto aerodinamico? No. Dobbiamo solo riuscire ad estrarre il potenziale di questa macchina per tutto il weekend e in tutte le condizioni” aveva assicurato Vasseur proprio dopo l’Arabia. Un commento che potrebbe valere anche per il post Miami, dopo che Ferrari è riuscita ad estrarre un maggior potenziale dalla sua vettura grazie ad una nuova una strada presa in termini di assetto meccanico. Tuttavia, non sono limiti risolvibili solamente con una diversa gestione del setup, soprattutto in determinati circuiti e condizioni. Non a caso, parlavamo di comprensione e sviluppi. “Dobbiamo lavorare per avere una macchina più costante in gara. Nel primo stint la macchina non funzionava mentre con le Hard le cose sono migliorate leggermente”. ha fatto sapere Leclerc. Di un parere completamente diverso invece Sainz, e non è un caso visto che i due hanno optato per assetti meccanici piuttosto differenti. “Nel primo stint [su Medie] avevo lo stesso passo di Fernando. Poi con la Hard il ritmo è sparito e ci siamo ritrovati 20 secondi dietro di lui a fine gara. Questo dimostra che abbiamo molto lavoro da fare sulla gestione delle gomme e sul ritmo di gara” ha affermato infatti il pilota spagnolo della Ferrari.
Sainz era stato il primo a mettere in dubbio il concetto aerodinamico della SF-23. “Red Bull ha un chiaro vantaggio e questo mostra che noi dobbiamo cambiare qualcosa. La nostra macchina non ha un problema principale ma ha una finestra di utilizzo piccolissima che la rende imprevedibile”. Parole dette dopo Jeddah ma che valgono esattamente anche in queste ore. “La possibilità di sviluppo del concetto Red Bull è molto superiore a quella del nostro progetto, per questo dobbiamo iniziare a guardare altrove.” aveva poi concluso il pilota spagnolo. Per ‘guardare altrove’ lo spagnolo intendeva provare a spostarsi verso il concetto della RB19 su una vettura, la SF-23, che ora è totalmente diversa.
Nel post Miami GP è tornato indirettamente sull’argomento. “In questo momento siamo in una posizione dove dobbiamo provare molto, per riuscire a capire come mai in gara facciamo tanta fatica. A Imola arrivano anche altri aggiornamenti che dovrebbero aiutare, e proveremo ancora cose di set-up, ma a Barcellona proveremo a cambiare anche un po’ la macchina ed andare in un’altra direzione [di sviluppo] per provare a migliorare anche il passo gara”. Seppur si vogliano mantenere le qualità della SF-23 e non snaturare del tutto le aree buone della monoposto, anche per una questione di costi, è molto probabile che il concept delle vasche venga rivisto, andando incontro al criterio di migliorare l’efficienza aerodinamica prima di alzare il carico dalle ali, beam wing compresa. A Maranello starebbero infatti cercando di massimizzare il flusso più in basso, verso la rampa del diffusore, insomma un pò più in stile Red Bull ma su una vettura ad oggi diversissima (il cono antintrusione inferiore non permette l’importante sottosquadro anteriore della RB19) coinvolgendo maggiormente la parte bassa della beam wing e creando un soffiaggio piuttosto differente verso il retrotreno. Con la possibilità che, tra Imola e Barcellona, cambino anche alcuni componenti interni della sospensione posteriore, ricordandosi che la meccanica è sempre al servizio dell’aerodinamica e, soprattutto su questa generazione di vetture ad effetto suolo, riveste un ruolo ancora più importante. Un mese importante perchè serve capire il prima possibile se davvero è tutto da rifare, per non sacrificare anche la prossima stagione.
Autore: Piergiuseppe Donadoni
Co Autore: Giuliano Duchessa