L’ala anteriore è il primo componente aerodinamico che il flusso d’aria incontra; per questo la sua funzione non è solo quella di generare carico aerodinamico ma anche di condizionare il flusso diretto verso la parte centrale della monoposto.
Le prime due vetture a mostrarsi dal vivo durante le loro presentazione, Aston Martin e Mclaren, hanno scelto due strade diverse. Il team di Silverstone ha optato per un’ala con la parte centrale più rialzata, mentre a Woking hanno scelto di portare quella sezione più vicino al solo.
Aston ha privilegiato il deflusso d’aria al di sotto dell’ala e diretto verso l’ingresso dei tunnel, concedendo qualcosa in termini di generazione di carico anteriore. McLaren ha scelto un concetto un po’ più bilanciato, che privilegia sempre la generazione di carico aerodinamico nelle due parti centrali dell’ala, ma che non lascia il muso in una posizione cosi sollevata dal terreno.
Questo deve fondersi con ciò che ci sta a valle dell’ala. Non dimentichiamoci che McLaren ha optato per uno schema pull rod all’anteriore rispetto al più classico push rod di Aston. “All’anteriore bisogna giocare tra l’ingresso del fondo e l’ala. A seconda di come utilizzi l’ala anteriore e di cosa ti serve all’ingresso del pavimento, stabilisci quale sia la migliore geometria della sospensione anteriore.” ha affermato alla stampa il DT James Key.
Il design di ala anteriore visto sulla McLaren MCL36 dovrebbe lavorare meglio con un assetto che potrà contare su un po’ di rake (seppur minore rispetto a quanto visto lo scorso anno) rispetto a quello di Aston, che punterà ad avere una vettura molto piatta e vicina al terreno.
Aston Martin e McLaren: pance di diversa filosofia ma design flessibile
Non stupisce quindi che anche nella parte centrale della vettura, sia Aston Martin la vettura che più si stacca da quanto visto nelle passate stagioni. Sulla AMR22 non è infatti presente l’ormai ben conosciuto downwash nella parte superiore delle pance, un qualcosa di visto su Haas, McLaren e anche Alpha Tauri. Bensì delle pance molto piatte utili a liberare, nella loro parte inferiore, un importante sottosquadro che consentirà all’aria di fluire verso il posteriore.
McLaren ha invece impostato la parte centrale della vettura su un concetto aerodinamico che potremmo definire piuttosto noto ma che ha un obiettivo: avere una piattaforma ‘conosciuta’ da cui partire e poterne sviluppare il potenziale.
“Avremmo potuto lanciare alcune idee ‘folli’, ma abbiamo deciso di fare marcia indietro e di non correre troppi rischi”, ha detto Key. Una di quelle idee era quanto visto qualche giorno prima sulla AMR22, tant’è che a Woking non sono rimasti sorpresi delle scelte tecniche, cosi diverse, utilizzate dal team di Silverstone. Rischi che McLaren si è presa invece sulla meccanica visto che ha cambiato la tipologia di schemi sospensivi sia all’anteriore che sul posteriore.
McLaren MCL36: rivoluzione totale, c’è il push rod al posteriore!
Sia Aston Martin che McLaren hanno scelto dei percorsi che potessero dare una certa “flessibilità” con il design scelto. “Non volevo che progettassimo un’auto in cui lo sviluppo poteva avere un vicolo cieco. Volevo che fossimo agili e relativamente liberi di esplorare diverse aree nel 2022”, ha affermato Andrew Green, DT Aston Martin. Non sarebbe infatti cosi difficile per Aston avvicinarsi al concetto di pance mostrato poche ore fa da Alpha Tauri.
Autore: Piergiuseppe Donadoni
Illustrazioni: Rosario Giuliana