Il primo fine settimana stagionale ha causato molta ‘paura’ nel Paddock e tra i tifosi, una paura chiamata dominio. Il GP della Cina saprà dare ulteriori indizi perché dopo i sette mondiali piloti di fila di Mercedes e i quattro di Red Bull, nell’inverno era cresciuta la speranza di poter finalmente vedere una lotta per il titolo avvincente nell’ultimo anno di regolamenti. Melbourne non ha confermato queste speranze, perché la superiorità McLaren si è vista in Qualifica e soprattutto in Gara: il vantaggio di quasi quattro decimi al sabato e oltre il mezzo secondo la domenica rispetto al primo inseguitore, Max Verstappen, ricordano numeri della recente RB19 del 2023. L’impressione è che McLaren possa diventare la nuova padrona della ‘Formula gomme’: la MCL39 ha messo in atto una superiorità impressionante nata proprio dalla gestione degli pneumatici, ed è stata l’unica ad essere sempre nella giusta finestra di funzionamento. A Shanghai le squadre troveranno il formato Sprint che potrà mescolare le carte, e un tracciato più convenzionale ma ugualmente dipendente dal bilanciamento tra i due assi: il GP della Cina vedrà un secondo dominio papaya?
GP Cina: più sezioni lente rispetto a Melbourne, il vantaggio McLaren crescerà?
Approcciando la seconda gara stagionale, gli unici dati utili sulle prestazioni delle vetture nelle varie tipologie di curve arrivano dalla Qualifica di Melbourne. Nell’ultimo giro del Q3 Lando Norris e Oscar Piastri hanno costruito il distacco sulla concorrenza a partire dalle curve lente: in questi tratti il duo McLaren ha inflitto un gap di oltre due decimi a Verstappen, Russell e Leclerc, imponendo il dominio della MCL39. Parlando di tempi sul giro, domenica si è visto un vantaggio ancora più ampio rispetto alla concorrenza: i numeri del primo stint indicano un vantaggio di oltre mezzo secondo su Red Bull, e di più di un secondo su Mercedes e infine Ferrari (a 1.6s nella prima gara stagionale!); la maggior parte di questo gap è nato nel terzo settore, dove il bilanciamento e lo stato degli pneumatici sono stati cruciali. Le condizioni più estreme di domenica hanno premiato l’ampia finestra di funzionamento della monoposto di Woking, promuovendo il lavoro svolto nell’inverno dalla squadra di Andrea Stella. Specialmente in funzione del formato Sprint, che debutterà a Shanghai, questo punto di forza potrebbe accentuare il vantaggio rispetto ai rivali. I progressi di Red Bull e Mercedes non hanno potuto opporre resistenza in mancanza di carico aerodinamico e in presenza di una finestra di funzionamento ancora non al livello di quella della MCL39.
La vera delusione è stata la scarsa competitività di Maranello: dopo essere partito con dei buoni segnali al venerdì, il fine settimana è degenerato in uno dei peggiori risultati degli ultimi anni. La direzione presa in termini di impostazioni tra venerdì e sabato in termini di assetto ha comportato un restringimento della finestra operativa; la facilità con cui la SF-25 australiana è uscita dalla finestra ideale può essere etichettata come la difficoltà più grande. Da venerdì a sabato c’è stata una inspiegabile perdita di competitività su tutta la gamma di curve, con un deficit dai 7 decimi al secondo in confronto ai rivali da un giorno all’altro. Dall’altra parte determinati numeri, positivi, sul carico aerodinamico complessivo portano a pensare che la Rossa vista a Melbourne sia fin troppo brutta per essere vera. Il GP di Cina presenterà un nuovo asfalto, mescole diverse, temperature diverse e senza un rischio pioggia concreto ad oggi, e sarà una nuova occasione per estrarre il potenziale visto solo a sprazzi finora.
Un circuito più ‘reale’ come quello cinese darà una seconda occasione per valutare prestazioni e caratteristiche delle monoposto. In termini di qualità fondamentali richieste, un bilanciamento ottimale tra i due assi per essere forti a sufficienza tra frenata, lunghe percorrenze di curve come quelle presenti nei primi due settori del tracciato, e trazioni fondamentali del terzo settore, sarà un obiettivo al quale le squadre mireranno. Shanghai è composto principalmente da curve a bassa velocità, proprio dove McLaren in Australia ha fatto la differenza rispetto agli altri top team. Tuttavia non sarà da sottovalutare l’importanza della competitività nei tratti più veloci del secondo settore. Nel corso del fine settimana è attesa una grande evoluzione del nuovo asfalto, che potrà modificare le richieste del tracciato alle quali le squadre dovranno rispondere con le modifiche alle impostazioni al termine della Sprint Race.
GP Cina: meteo stabile e mescole più dure, incognita direttiva FIA
Lo scorso anno la strategia vincente fu una gara a due soste da parte di Max Verstappen, eseguita grazie all’ingresso della Safety Car, ma la strategia ottimale in condizioni ideali sarebbe stata una gara a sosta singola. Quest’anno, tuttavia, il nuovo asfalto non garantisce alle squadre un riferimento concreto con la passata stagione. La sola ora di prove libere disponibile per adattarsi a questi cambiamenti, visto il formato Sprint, sarà uno dei fattori da tenere d’occhio nella prima parte del GP della Cina dove ci saranno in palio 8 punti per il campionato piloti e 15 per il campionato costruttori al sabato. La scelta di Pirelli ricade sulla gamma C2, C3, C4, quindi mescole di uno step più duro rispetto a quelle utilizzate in Australia. Rispetto alle variazioni viste a Melbourne, in Cina sono attese condizioni diverse e più stabili: rispetto alla media stagionale locale sarà un fine settimana piuttosto caldo con temperature attorno ai 26°C in tutti e tre i giorni. Quindi diversamente dal fine settimana in Australia, secondo le previsioni attuali le condizioni climatiche rimarranno sostanzialmente invariate tra venerdì e domenica, offrendo una incognita in meno nel corso del weekend. La scarsa possibilità di pioggia prevista domenica sera non dovrebbe influenzare la gara, mentre sarà da tenere d’occhio il fattore vento specialmente venerdì e sabato.
Nel weekend del GP della Cina entrerà in vigore la nuova direttiva tecnica mirata a limitare lo sfruttamento del ‘mini-DRS’ sulle ali posteriori di alcune squadre, in primis McLaren. L’asse Red Bull-FIA sta cercando di limitare lo sfruttamento di questa zona grigia: la squadra di Milton Keynes era tra i principali oppositori del ‘mini-DRS’ già nella scorsa stagione, e quest’anno il vantaggio tecnico di McLaren significa che la squadra di Christian Horner deve trovare modi alternativi per avvicinarsi, per ora, alle prestazioni della MCL39. A Shanghai la tolleranza sul margine tra main plane e flap dell’ala posteriore verrà ridotta da 2mm a 0.75mm sotto un carico di 75kg, per poi decrescere nuovamente fino ad arrivare a 0.5mm concessi dal GP del Giappone. I dati diranno se i controlli più stringenti avranno un impatto sull’efficienza, in particolare di McLaren: una delle armi della monoposto di Woking in Australia è stata proprio la scarsa resistenza all’avanzamento.